“Dobbiamo puntare sul turismo!”, “Il nostro futuro è il turismo!”, “Rilanciamo Reggio come città turistica!”. Tra tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni, non ce n’è una che non abbia pronunciato, in campagna elettorale, queste affermazioni. E qual è oggi la realtà? Le amministrazioni succedutesi nel tempo hanno fatto fede a questi buoni propositi?
Nell’epoca del web, abbiamo a disposizione uno strumento eccezionale per conoscere l’impressione che la nostra città dà di sé a chi la guarda con occhi esterni: i portali di recensioni. Abbiamo dato un’occhiata e il quadro che ne emerge è, a tratti, desolante. Reggio era e continua a essere la città del “potrebbe”: un luogo ricchissimo di potenzialità inespresse e non sfruttate, un luogo nel quale paesaggi sublimi, storia, cultura, eccellenze locali coesistono con incuria, degrado e abbandono. Nello stesso quartiere, nella stessa via, persino nella stessa aiuola. “Signora trasandata”, “terrazzo da ristrutturare”, Reggio appare una città incapace di prendersi cura di sé, di ripristinare e mantenere il decoro, di garantire le basi del vivere civile. Noi che qui ci viviamo lo sappiamo bene.
Tra siti archeologici abbandonati da decenni e imprese turistiche virtuose che pagano sulla loro pelle gli effetti di un’amministrazione sciatta – “l’albergo è stupendo, ma la strada per arrivare è buia e piena di buche e spazzatura” –, è evidente che, per poter definire Reggio una città turistica, molto lavoro rimanga ancora da fare. E non si tratta certo di attirare grossi investimenti o realizzare grandi opere: tra tutte le recensioni lette, non ce n’è una che lamenti, per dire, l’assenza del ponte sullo Stretto o la mancanza di grattacieli in riva al mare. Al contrario! Ciò che colpisce in negativo è l’assenza di cura in una città che sì, potrebbe essere bella, ma allo stato attuale è, soprattutto, incapace di volersi bene.
Qualsiasi proclama sul rilancio turistico di questa città che non tenga conto di quanto sin qui detto sarà pertanto vuoto: uno specchietto per le allodole, parole al vento. Come è stato fino ad ora.
Buona lettura!