Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. È una di quelle ricorrenze che dovremmo tenere a mente ogni giorno, perché il contrasto alla violenza di genere e a tutte le forme di discriminazione è un passaggio obbligato verso la costruzione di una società più giusta e inclusiva. Noi, donne e uomini dell’associazione La Strada, non amiamo le commemorazioni fini a se stesse e incapaci di innescare un reale processo di cambiamento. Pensiamo che il 25 novembre debba essere occasione per avviare una riflessione collettiva su una delle tante emergenze strutturali che caratterizzano la nostra realtà. Un’emergenza sulla quale ci siamo espresse/i più e più volte, perché il contrasto alla violenza di genere e l’inclusione sociale rientrano tra i pilastri fondanti del nostro movimento.
Partiamo da due presupposti: la visione del femminismo come filosofia profondamente egualitaria ed inclusiva (ciò che è buono per le donne è buono per la società) e il carattere sistemico della violenza di genere nella società contemporanea. Per contrastare realmente la violenza occorre ripensare il potere, rompere le gerarchie, eliminare le disuguaglianze, combattere gli stereotipi, riconoscere ad ogni persona il diritto di autodeterminarsi. Formarsi, aprire la mente, costruire equilibri nuovi: solo così ne usciremo. Per farlo, abbiamo bisogno di schierarci a sostegno di un’altra vittima eccellente della contemporaneità: la cultura. Parafrasando un famoso slogan femminista, affermiamo che mai come oggi “culturale è politico”.
Abbiamo organizzato, nel pomeriggio di domani, mercoledì 25 novembre 2020, una serie di iniziative pubbliche alle quali si potrà partecipare seguendo la diretta sulla nostra pagina Facebook o sul canale YouTube de La Strada. Iniziative, ci teniamo a sottolinearlo, rivolte a uomini e donne di tutte le classi di età.
Inizieremo alle ore 16:00 con un laboratorio di lettura per il mondo dell’infanzia a cura di Davide Fischanger. A seguire, Romina Arena ci guiderà in un percorso letterario sui temi dell’inclusione e del processo di emancipazione e accettazione del sé. Il palinsesto terminerà con una conversazione con Eleonora Uccellini e Tiziana Calabrò, intervallata dal reading di alcuni brani tratti da “I monologhi della vagina” di Eve Ensler.
Vi aspettiamo, dunque, in tante e tanti, perché questo 25 novembre sia finalmente occasione per iniziare a costruire una società più giusta. E perché la parità di genere non è una cosa da donne.
Sono 73 le vittime di femminicidio nell’anno 2019; nel 2020, ancora in corso, già 60 donne hanno perso la vita in seguito ad aggressioni violente. Pur avendo le donne un livello di istruzione mediamente più alto, il tasso di occupazione femminile è ancora molto più basso di quello maschile (56,1% contro 76,8%) e ancora oggi le donne percepiscono salari nettamente inferiori rispetto a quelli dei loro colleghi uomini. Durante il lockdown, la maggior parte dei posti di lavoro perduti riguardano l’occupazione femminile; nello stesso periodo, sono più che raddoppiate le segnalazioni di stalking o violenze domestiche al numero verde 1522. Sono numerose, praticamente illimitate, le statistiche che dipingono un quadro impietoso della realtà attuale, e mostrano quanto lavoro ancora c’è da fare sulla strada dell’emancipazione femminile e della parità. Reggio Calabria non fa certo eccezione: ricordiamo che alle ultime elezioni amministrative, su 32 seggi da consigliere comunale, le donne elette sono solo 4, 1/8 del totale.
Per innescare realmente un processo di cambiamento, abbiamo elaborato nel tempo diverse proposte, sottoponendole all’attenzione dell’amministrazione attuale, dalla quale non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta. Le ricordiamo brevemente:
- l’istituzione di uno o più CAV (Centri AntiViolenza) gestiti da personale qualificato e laico (all’interno del Piano Triennale delle Opere Pubbliche è previsto uno stanziamento di fondi solamente per la prossima annualità);
- l’istituzione di uno o più centri per uomini condannati per stalking e violenza domestica e misogina. Attualmente in Italia esistono circa 40 strutture di questo tipo e sono collocate solo nelle regioni del centro-nord;
- la realizzazione di una “Casa delle Donne”, ovvero una sede comune per le diverse associazioni femminili e femministe, che sia dotata di spazi adeguati per attività di socializzazione;
- una maggiore attenzione al welfare, settore le cui carenze penalizzano soprattutto la vita delle donne (asili nido, mense scolastiche, assistenza domiciliare a persone con malattie croniche o disabilità) e un maggior impegno ambientalista. In questo senso, le risorse che arriveranno con il recovery plan costituiscono un’occasione imperdibile per attuare quella rivoluzione verde e gentile che chiediamo da tempo;
- una campagna informativa che sponsorizzi diffusamente il Numero Nazionale Anti Violenza e Stalking, il 1522, mediante l’affissione di locandine all’ingresso dei supermercati e delle farmacie e la verifica dell’effettiva capacità della rete locale di supportare efficacemente le persone che si rivolgono a questo numero per segnalare abusi o violenze;
- durante i periodi di lockdown, l’elaborazione di un bando rivolto alle strutture ricettive per ospitare temporaneamente le persone vittime di episodi di violenza domestica;
- l’avviamento di percorsi di formazione per dirigenti e docenti delle scuole di ogni ordine e grado sulla tematica del contrasto a tutte le forme di discriminazione e sull’importanza di adottare libri di testo non sessisti (in base all’analisi condotta dalla sociologa Irene Biemmi, solo un’esigua minoranza delle case editrici italiane rispettano le linee guida dell’Unione Europea per la pubblicazione di libri di testo non sessisti);
- l’adozione di un linguaggio inclusivo e non sessista negli atti di comunicazione ufficiale dell’amministrazione comunale;
- la creazione di una toponomastica al femminile, che sia in grado di colmare il gap attualmente presente tra uomini (90%) e donne illustri (7%) nell’intitolazione delle vie cittadine.
Ci auguriamo che le nostre proposte vengano valutate e discusse in Consiglio Comunale e infine accolte. Crediamo nella lotta politica, non nel principe azzurro, e perciò non daremo tregua.
Le donne e gli uomini dell’associazione La Strada, Reggio Calabria, 25 Novembre 2020.