Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo. Questi cinque anni di amministrazione Falcomatà si caratterizzano per la chiusura alle istanze dei cittadini, soprattutto delle fasce più marginali, per l’assenza di tutti quegli strumenti partecipativi e di trasparenza previsti dallo Statuto Comunale, per l’assoluta mancanza di programmazione e di una visione complessiva di città. In questi tempi che preludono alla vera campagna elettorale vediamo con un certo affanno fare, ormai disordinatamente e con esiti già immediatamente mediocri, ciò che andava fatto e progettato per tempo. Un tentativo di recupero fuori tempo massimo, che rende Reggio ancora più malconcia e disordinata.
Apprendiamo oggi della nascita di comitati territoriali a sostegno di Falcomatà e della continuità amministrativa. Nella autoreferenziale manifestazione di S’Intesi avevamo effettivamente ascoltato della vicina e auspicabile nascita (dopo cinque anni!) dei Comitati territoriali. Avevamo ingenuamente creduto che finalmente si trattasse di uno scatto di coscienza e responsabilità, dell’attivazione sincera di uno strumento indispensabile in una città completamente disgregata, in una comunità piagata dall’approssimazione e dall’arbitrarietà.
Apprendiamo adesso che i comitati territoriali verranno chissà quando, ma nel frattempo l’amministrazione Falcomatà, che non ha avuto le forze per attivare o convocare gli strumenti democratici previsti dallo Statuto, ha il sostegno di comitati per “colmare l’assenza dei livelli intermedi di confronto”. Ossia, detto in italiano chiarissimo, per colmare l’assenza dei Comitati territoriali di cui la stessa amministrazione Falcomatà avrebbe dovuto stimolare la realizzazione. Abbiamo ulteriore conferma che il Sindaco, sempre tardivo ad accorgersi che: i Tir attraverseranno la città; che il piano di raccolta dei rifiuti conduce Reggio alla calamità; che la più grande opera pubblica del suo territorio, ovvero la Gallico Gambarie (a proposito, a quando il trasparente consiglio metropolitano chiesto da più parti?), versa in cattive acque; che le piogge allagano la città; che a breve scoprirà che non esiste un piano freddo per i senzatetto…
Insomma, il Sindaco, che scopre improvvisamente tutto dopo, ha però la lungimiranza di pensare per tempo all’attivazione di comitati per la propria campagna elettorale. Mancano le energie per attivare risorse per il bene collettivo, alcune previste peraltro dallo stesso Statuto Comunale, ma si trovano le energie per il bene della propria fazione. Ci sta, questa è campagna elettorale e fa parte del gioco, ma si abbia la sensibilità di non utilizzare termini e spazi della democrazia partecipativa.
Ci auguriamo che tutti i comitati a sostegno di Falcomatà operino in spazi privati e a proprie spese. In una città in cui i beni comuni sono per la stragrande parte inaccessibili, con danni notevoli (sociali ed economici) alla vita e alla partecipazione di cittadini e associazioni, il contrario sarebbe davvero di una inaudita gravità.
Ufficio Stampa
Collettivo La Strada