Fare credito a Reggio Calabria non è certamente semplice per il tessuto ad alta densità criminale in cui ci si trova ad operare, per le alterazioni del mercato che esso comporta, per una qualità dell’imprenditore poco formato e dell’impresa troppo radicalizzata sul territorio.
Tali variabili sono certamente un punto di debolezza del territorio ed una difficoltà aggiuntiva nell’operare degli istituti di credito. Eppure, riteniamo che le strategie adottate dagli istituti di credito siano oggi oltremodo prudenti e rischino di compromettere un mercato del credito sano. Occorre più coraggio nell’istruttoria bancaria per immettere denaro pulito sul territorio. Si ritiene che l’eventuale apertura di nuovi sportelli bancari non sia un parametro sufficiente a creare nuova economia sul territorio, se non cambieranno i criteri di valutazione laddove il mercato mondiale è comunque teso ad operare attraverso una riduzione degli sportelli e la creazione di nuovi strumenti di accesso al credito per le vie informatiche.
Diversamente, la creazione di nuovi sportelli, se essi diventeranno parte di un sistema di tutoraggio per le famiglie e per l’impresa, anche attraverso strategie concertate tra banca ed ente locale, potrà dare un valore aggiunto al servizio. Inoltre, l’apertura di nuovi sportelli intesi in questi termini creerebbe un ulteriore indotto occupazionale, finanziario e nei consumi (più imprese, più lavoro), oltre ad essere strumento di controllo sulla capacità di produrre impresa nel territorio e fuori di esso. Anche in questo caso l’intervento del comune attraverso supporti utili a favorire il mercato del lavoro e la sua regolarizzazione potrà dare una spinta produttiva non indifferente alla città. Le banche devono iniziare ad utilizzare in maniera efficace i fondi per la prevenzione del racket e dell’usura ex legge 108/96, quali strumenti di prevenzione al fenomeno.
Temiamo che l’insediamento di grandi gruppi, in regime quasi monopolistico, rischi di produrre sul nostro territorio, seppur indirettamente, fenomeni di illegalità. Occorre creare reti di imprese che favoriscano un credito della cooperazione, là dove il mercato del credito può e deve diventare partecipato. Tali processi consentiranno uno sviluppo degli investimenti sul territorio e non fuori di esso, e la creazione di filiere produttive tra imprese che dovranno essere incentivate attraverso specifici strumenti di sostegno.
Ci vuole più coraggio nel credito, ci vogliono intese di rete, ci vogliono percorsi di legalità, denuncia e formazione, tavoli istituzionali che tutelino banche ed imprenditori utili a favorire percorsi di denuncia delle illegalità favorendo la promozione dei prodotti locali.
La Strada e Riabitare Reggio con Saverio Pazzano sindaco